Venerdì 16 ottobre gli “STATI GENERALI DELLA MEMORIA” presentati presso la sede dell’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica a Palazzo S. Andrea, in Via del Quirinale 30, a Roma

A 20 anni dalla istituzione del Giorno della Memoria e nell’anniversario della deportazione degli ebrei da Roma, la Fondazione Matteotti, con Uninettuno ed Ecad, ha promosso l’iniziativa, da un’idea di Furio Colombo e di Vittorio Pavoncello.

Le nuove disposizioni del Quirinale in seguito al DPCM del 13 ottobre prevedono eventi in totale assenza di pubblico, quindi la manifestazione è stata trasmessa in streaming ed è visibile a questo link

INTERVENTO DI ALBERTO AGHEMO PER LA FONDAZIONE GIACOMO MATTEOTTI 

La memoria, ce lo ricorda anche Matteotti, è prova civile strenua e quotidiana, perché nessuna conquista di libertà è per sempre… 

Il 2020 sarà un anno importante per il Giorno della Memoria perché saranno 20 anni dalla sua nascita avvenuta in Italia con la legge 20 luglio 2000 n. 211, che diverrà poi, con la risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, una data riconosciuta in tutto il mondo.

È doveroso, quindi, oltre a una celebrazione adeguata alla ricorrenza fare alcune considerazioni e riflessioni sull’impatto che questa giornata dedicata alla memoria ha avuto nel mondo e quali sono, oggi, i contesti politici e culturali nei quali si trova a esistere. L’importanza del Giorno della Memoria sta anche nell’aver dedicato una celebrazione alla memoria come azione, alla sua importanza e necessità di essere.

La letteratura che ha raccontato, illustrato, spiegato, analizzato la Shoah si è trovata a convivere con una letteratura più medica che non può non constare che, sebbene si siano prese tutte le procedure necessarie per debellare malattie come il nazifascismo, il negazionismo, esiste un ceppo che simile a un virus è ancora esistente e anzi, sembra essere più virulento, capace di trasformarsi e di rendere inefficaci i provvedimenti adottati fino a ora, specialmente quelle misure di profilassi praticate nelle scuole di ogni età e grado.

Ci appare, quindi, evidente proclamare gli Stati Generale della Memoria per compiere un’indagine il più possibile completa sul fenomeno della memoria nella vita e da qui l’esigenza di convocare e di istituire gli Stati Generali della Memoria.

Liliana Segre

La memoria è ovunque. Tutto ciò che vive è intriso e fatto di memoria, e anche le cose lo sono. L’essere umano composto di memoria a differenza di altre forme di vita elabora la memoria, la conserva e ne fa un uso. Ma la memoria, per quanto ricca e bene orientata, non garantisce che certe cose non accadranno (non accadranno più), ed esserne privi è una patologia che nel tempo porta alla morte. E la memoria, quindi, si antepone, salva e difende dall’esercizio della morte.

Non quindi soltanto dei convegni sui contenuti e sulla storia della Shoah ma convegni con scienziati, intellettuali, professionisti sulle varie forme della memoria, sulle modalità della memoria, memoria nell’uomo e nell’ambiente.

Il Giorno della Memoria è anche un giorno in cui le scienze sono tornate ad essere libere e non irreggimentate a delle ideologie. La memoria ci viene raccomandata come la chiave del futuro, ma prima di tutto è la password di identificazione, che rende possibile qualunque accesso al futuro.

(dalla presentazione dell’evento di Furio Colombo e Vittorio Pavoncello)

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