SOLIDARIETA’ ALLE DONNE IRANIANE

La fondazione Giuseppe Emanuele e Vera Modigliani (ESSMOI) e la Fondazione Giacomo Matteotti aderiscono all’appello che la Rete delle Università italiane per la Pace ha reso pubblico per esprimere solidarietà alle “studentesse di nazionalità iraniana iscritte presso gli atenei italiani e più in generale a tutte le donne iraniane e ai tanti giovani uomini iraniani che in questi giorni stanno coraggiosamente protestando”.

In Iran la protesta contro il regime dittatoriale e assassino di Raisi, partita in settembre da migliaia di giovani donne dopo l’assassinio di Masha Amini, ad opera della polizia religiosa, si è estesa nelle ultime settimane a persone di tutte le età, donne e uomini, in lotta per la libertà delle donne, condizione imprescindibile per la libertà di tutti. Il nostro Paese, che tanto solidarizza con l’Ucraina devastata dalla guerra di aggressione della Russia di Putin, deve affiancare in questo momento a questa sacrosanta solidarietà quella con il popolo iraniano, che si avvia a realizzare una rivoluzione che ci auguriamo possa cambiare l’Iran e con esso il mondo intero. Un mondo che sempre più dimostra di non avere più paura, come sta mostrando anche la nascita di un movimento di protesta in Cina.

Rendiamo pubblica la situazione del popolo iraniano, facciamone oggetto di studio e riflessione nelle scuole e nelle università, proteggiamo e valorizziamo la diaspora degli studenti iraniani esiliati dal regime. Facciamo nostra, perché è nostra, la lotta delle ragazze e dei ragazzi iraniani, del popolo iraniano che chiede libertà!

LEGGI L’APPELLO

Gli esseri umani sono le membra di un unico

corpo, creati da un’unica essenza e anima.

Se uno di loro è afflitto dal dolore, gli altri

difficilmente resisteranno.

Se non provi compassione per le pene degli uomini,

non sei degno del nome di Uomo”.

Saadi

“Donna, Vita, Libertà” (Jin, Jiyan, Azadî ) è lo slogan che gli Iraniani hanno cantato negli ultimi 75 giorni, in risposta alle violazioni insondabili dei diritti umani da parte del Regime della Repubblica Islamica.

Lo slogan, nella sua essenza, fa luce sulla soppressione sistematica dei diritti delle donne e di tutte le minoranze in Iran. La rivoluzione attuale del popolo iraniano è iniziata dopo l’assassinio di Mahsa (Jina) Amini, da parte della cosiddetta polizia morale, il 16 settembre 2022. Da allora, il Regime ha soppresso brutalmente qualsiasi dimostrazione e protesta pacifica della popolazione, riguardo il suo riconoscibile approccio degli ultimi 43 anni.

Secondo i resoconti, più di 400 persone, inclusi 63 bambini, sono stati uccise e più di 18.000 sono state arrestate, dall’inizio delle proteste.

Inoltre, le minoranze etniche, inclusi i Kurdi e i Baloch, sono stati oggetto di crescenti repressioni a livelli spietati.

Gli studenti e gli allievi delle Università si sono uniti al fronte della protesta  della Rivoluzione in tutto il paese, disertando le lezioni e stilando dichiarazioni per chiedere giustizia per i prigionieri politici e le vittime. In risposta alla loro protesta pacifica, le forze di sicurezza del Regime, in particolare la Polizia, il Corpo Islamico della Guardia Rivoluzionaria (IRGC), la Milizia Paramilitare Volontaria (Basij), e la Polizia in Borghese hanno razziato campus, dormitori e scuole superiori, assalendo e arrestando un vasto numero di studenti.

Molti studenti sono stati sospesi dagli studi o è stato impedito loro l’ingresso ai campus sino a nuovo ordine. Parecchi professori e insegnanti sono anche stati licenziati o sospesi a causa del sostegno politico offerto agli studenti.

Mentre rilasciamo questa dichiarazione, molti studenti e accademici sono aggrediti, detenuti, rapiti e trattenuti in luoghi ignoti. Alcuni di loro sono sottoposti a interrogatori brutali, confessioni forzate, tortura e stupro e altri devono fronteggiare accuse false, e in particolare pene di morte emesse dai tribunali del Regime.

Il rischio imminente per la vita e l’incolumità di questi studenti in Iran è talmente elevato da richiedere l’azione e l’attenzione immediata di quanti hanno libertà di parola.

Gli autori e firmatari di questo appello chiedono alla comunità accademica di far sentire la propria voce in solidarietà agli iraniani. Università e Accademie hanno avuto un ruolo significativo nella storia della lotta contro la tirannia dei Regimi in tutto il Globo. Movimenti come a Greensboro nel 1960, in Francia nel 1968, a Berkley UC nel 1985 hanno dato risalto al potere e all’impatto che può ottenere la voce unitaria del corpo accademico.

L’unità delle voci accademiche e l’influenza della nostra piattaforma nel promuovere valori democratici, potrà incoraggiare l’interazione mondiale con l’Iran e far avanzare il mondo verso la pace e l’uguaglianza.

Chiediamo infine a tutto il sistema universitario e ai governi quanto segue:

° Di produrre una dichiarazione ufficiale di condanna, chiedendo la fine dell’aggressione della comunità accademica iraniana.

° Di boicottare i funzionari delle università iraniane e gli accademici che hanno attivamente facilitato e stanno facilitando gli attacchi del Regime agli studenti e ai professori; ciò include l’esclusione della loro partecipazione a eventi e conferenze internazionali, la loro collaborazione a dissertazioni e pubblicazioni scientifiche, e la loro presenza nelle istituzioni accademiche.

° Di garantire protezione e misure di facilitazione per gli studiosi iraniani in esilio o a rischio, misure che includono la creazione di borse di studio, di specifiche procedure di domanda, di esenzione dalle tasse e dalle quote d’iscrizione, e ulteriori azioni ricettive e di accomodamento

° Di stabilire e promuovere attività educative, inclusi programmi di finanziamento e progetti di ricerca accademica che sollecitino la consapevolezza sulla situazione dei diritti umani in Iran; laboratori, tavole rotonde, conferenze e pubblicazioni possono essere indirizzati su queste materie, sia nel breve che nel lungo periodo

° Di disimpegnarsi dai lobbisti del Regime che ne promuovono la propaganda, e di amplificare la voce collettiva del popolo iraniano

° Di fare appello, perché sia sottoscritto il rilascio inequivocabile di tutti i prigionieri politici e i detenuti della rivoluzione attuale in Iran e per il sostegno di questa causa presso le organizzazioni internazionali, incluse le Nazioni Unite e le loro filiali, in modo da ottenere la massima pressione mondiale, affinché il Regime venga giudicato colpevole dei crimini e delle violazioni contro i diritti umani

° Di invocare la sospensione e l’astensione da ogni trattativa o azione volta a finanziare o assistere in altro modo il Regime.

Con questa dichiarazione, noi Studiosi per la Libertà dell’Iran, insieme ai sostenitori di ogni parte del mondo, vogliamo gettar luce sulla rivoluzione in corso contro la teocrazia totalitaria in Iran.

Studiosi iraniani per la Libertà è un collettivo di Facoltà che include gli studenti, il personale e i laureati. Il nostro obiettivo è di amplificare la voce del popolo iraniano, rendendo consapevoli di ciò che sta avvenendo in Iran, attraverso la nostra rete dentro la diaspora.

Studiosi iraniani per la Libertà è un’entità indipendente, non-partisan, non religiosa, non-profit, e non affiliata a nessun’altra organizzazione o partito politico (quali NIAC, MEK o altre organizzazioni separatiste.

In solidarietà col popolo iraniano

Donna.Vita. Libertà