PREMIO MATTEOTTI 2022, A PALAZZO CHIGI LA CERIMONIA CON I VINCITORI

XVIII edizione del Premio Matteotti, la premiazione a Palazzo Chigi 20 Ottobre 2022

Sintesi dell’intervento del presidente Roberto Chieppa

“È importante mantenere viva la figura di Giacomo Matteotti, divenuta patrimonio di tutti, e contribuire a diffondere, attraverso il premio a lui dedicato, i suoi ideali di fratellanza tra i popoli, di libertà e di giustizia sociale tra le nuove generazioni”. Con queste parole Roberto Chieppa, Segretario Generale della Presidenza del Consiglio, ha aperto la cerimonia di premiazione dei vincitori della diciottesima edizione del premio Matteotti, che si è tenuta questa mattina a Palazzo Chigi.

Link alla registrazione della cerimonia

Il premio, istituito con legge bipartisan dal Parlamento nel 2004, “costituisce un’occasione – ha aggiunto Chieppa – per aiutarci a riflettere sull’importanza della memoria, del ricordo, dello studio di episodi della storia che servono da monito perché determinati errori non si ripetano più” e per “trasmettere un messaggio soprattutto etico, di libertà, di resistenza al sopruso, in qualunque forma esso si manifesti”.

Le opere presentate, pubblicate nel biennio 2020-2021, sono state valutate da una commissione giudicatrice presieduta da Roberto Chieppa e composta da Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Cultura, Stefano Caretti, professore ordinario fuori ruolo di Storia contemporanea all’Università di Siena, Emanuela Giordano Meschini, regista, Francesco Maria Chelli, professore ordinario di statistica economica presso la Facoltà di Economia “G. Fuà” dell’Università Politecnica delle Marche, Alberto Aghemo, presidente della Fondazione Giacomo Matteotti ETS, e Bruno Tobia, professore ordinario di Storia contemporanea all’Università “La Sapienza”.

I vincitori

Nella sezione “saggistica”, il premio è stato attribuito ex aequo a Carlo Greppi per “Il buon tedesco”, edizioni Laterza, e a Fabio Florindi per “La missione impossibile. Il Psu e la lotta al fascismo”, edizioni Arcadia. Nella sezione “opere letterarie e teatrali” si sono classificati al primo posto ex aequo Mimmo Sorrentino, con “Che tutto sia bene”, edizioni Manni, e Carmen Sepede, con “Il mio nome è Tempesta. Il Delitto Matteotti”.

Alla cerimonia hanno partecipato, in presenza e da remoto, delegazioni degli studenti di quattro licei: Liceo Scientifico “J. F. Kennedy” di Roma, Liceo Scientifico “Marconi” di Parma, Liceo Statale “Niccolò Braucci “di Caivano (NA) e Liceo Classico “Alessandro Manzoni” di Mistretta (ME).

L’intervento introduttivo di Alberto Aghemo

Presidente della Fondazione Giacomo Matteotti

Ancora una volta ci troviamo, con piacere e con emozione, a ricordare l’eredità civile ed ideale di Giacomo Matteotti attraverso le pregevoli opere saggistiche, letterarie e teatrali che ne illustrano la memoria e l’alto magistero morale e che qui, oggi e con merito si premiano.

Lo facciamo in questa prestigiosa Sede, carica di storia, che rappresenta in modo esemplare quelle istituzioni democratiche per il cui rispetto Matteotti si è battuto nell’intera sua militanza politica e, come noto, sino all’estremo sacrificio.

È in considerazione di ciò che un pensiero particolarmente grato va da parte mia − nella mia duplice veste di membro della Commissione esaminatrice e di presidente della Fondazione Giacomo Matteotti − proprio alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che autorevolmente e generosamente ci ospita nel suo cuore, in questa Sala Verde che ormai da diverse edizioni unisce in un abbraccio e nel segno della memoria matteottiana gli autori di pregevoli opere saggistiche, letterarie e teatrali e di brillanti tesi di laurea.

Ben consapevoli le istituzioni «camminano sulle gambe degli uomini», consentitemi di rivolgere un particolare e grato apprezzamento al presidente della Commissione giudicatrice, il presidente Roberto Chieppa, segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che guida autorevolmente i nostri lavori coniugando il ruolo istituzionale con una vicinanza anche personale ed assai partecipe alla figura di Matteotti. Insieme a lui voglio ricordare la dottoressa Sabrina Bono, vicesegretario generale di Palazzo Chigi nonché regista e coordinatrice delle attività connesse al Premio, e insieme a lei  l’avvocato Ciro Daniele Piro, capo dell’Ufficio del segretario generale, il dottor Antonio di Paolo, coordinatore del Servizio per le funzioni istituzionali e la Biblioteca Chigiana e, infine,  gli amici della Segreteria del premio  − ricordo per tutti il dottor Marco Trodini  − che svolgono un’essenziale funzione di supporto alla Commissione.

Ma questa foto di gruppo sarebbe ampiamente incompleta se non includesse anche la presenza, in un ruolo sempre più rilevante − prima di muti spettatori, poi di partecipi attori della cerimonia −  dei ragazzi delle scuole di tutta Italia. A loro va il nostro pensiero particolarmente caro, con ciò interpretando anche l’alto sentimento della scuola e della missione sociale della formazione dei giovani che ha improntato l’intero impegno politico di Giacomo Matteotti, dapprima da giovane amministratore locale e poi da parlamentare e, infine, da segretario del Partito Socialista Unitario.

E a proposito di giovani e di scuola, diamo volentieri atto all’organizzazione del Premio Matteotti di aver saputo con tempestività ed efficacia trasformare una minaccia in un’opportunità: quando le misure restrittive per il contrasto alla pandemia hanno impedito la partecipazione “in presenza” dei ragazzi, si è pensato di invitare gli Istituti da remoto e di sollecitare anche la loro straordinaria creatività con la realizzazione di brevi video per la presentazione delle opere premiate. Lo strumento telematico ha così consentito di conseguire due obiettivi: in primo luogo, la ricerca di nuove modalità espressive, affidate alla creatività dei ragazzi, che magnificano il loro ruolo attivo nella cerimonia di premiazione ed esaltano le loro naturali doti attoriali. Il secondo risultato conseguito è che tale formula ha consentito di estendere la partecipazione a un numero maggiore di scuole, in un ambito non più locale ma nazionale. Tutto ciò con gli esiti che hanno portato alle felici realizzazioni delle ultime edizioni e che anche oggi possiamo con soddisfazione registrare.

Torniamo a Matteotti e alla scuola. Nella sua veste di segretario del PSU, a inizio del 1923 Matteotti coordina la stesura del programma del neonato partito e cura, con particolare attenzione l’ultimo ed apicale capitolo dedicato proprio all’istruzione ed alla «Cultura del popolo».  E qui giova ricordare che il PSU nacque, a seguito della lacerante scissione maturata nel corso del XIX Congresso del Partito socialista che si tenne a Roma, nel salone del Teatro del Popolo, a pochi passi da qui, proprio cento anni fa, il 4 ottobre del 1922. Anche quel centenario abbiamo voluto di recente ricordare, di iniziativa del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti, presieduto Da Maurizio Degl’Innocenti, con un convegno che − con il prezioso contributo di Stefano Caretti ed altri − si è tenuto il 4 ottobre scorso presso la Camera dei deputati, nella sala che da poco il Parlamento ha voluto espressamente dedicare al suo nobile esponente. Né è un caso che uno dei saggi che oggi si premiano, La missione impossibile di Fabio Florindi, ricostruisca con particolare efficacia proprio quei giorni e gli altri drammatici eventi che seguirono, già nell’immediato, con la marcia su Roma di lì a poche settimane e con il successivo insediamento del primo governo Mussolini. Fu, quella, una stagione di straordinaria tensione e dal tragico epilogo che rivive − e forse neanche questo è un caso − con particolare pathos e rara efficacia drammaturgica nel testo teatrale di Carmen Sepede Il mio nome è Tempesta. Il delitto Matteotti, opera che pure oggi si premia.

Esprimo qui l’auspicio che queste testimonianze e questi valori troveranno presto un’espressione particolarmente efficace per l’edizione del 2024 che coinciderà, come ricordato, con le celebrazioni per il centenario della morte di Matteotti e con il ventennale di questo Premio, a lui dedicato.

Allora come oggi ci guida il senso di un doveroso omaggio alla sua figura di testimone e di martire che non vuole tuttavia essere meramente celebrativo o commemorativo, ma piuttosto l’esercizio di una memoria che guarda al futuro, di quella “memoria adesso” intesa come virtù civile e buona pratica democratica. In questo, appunto, matteottiana nel senso più alto e più fattivo: una memoria orientata al fare e all’impegno per la società e nella società, nel rispetto delle istituzioni nel nome della sua lezione civile.  Questo dobbiamo Giacomo Matteotti: non un monumento ma − come egli stesso avrebbe certamente preferito − un laboratorio di cittadinanza attiva.

E mi lusinga concludere esprimendo il personale convincimento che questa sia la missione più autentica del Premio Matteotti, che celebra insieme, nel suo nome, la libertà della cultura e la cultura della libertà.

Roma, 20 ottobre 2022

La cerimonia con le scuole collegate in remoto